Weekend di fotografia: paesi e paesaggi
Un weekend, un corso intensivo di fotografia, passeggiate e visite dei paesi della Valle dell’Aniene.
Il corso si sviluppa in due giorni, con arrivo sabato 23 alle 10 e partenza domenica 24 alle 18 circa.
Programma sintetico
Sabato 23.11
Mattina
Arrivo e sistemazione al casale
Breve analisi delle attrezzature dei partecipanti
Pranzo al sacco
Pomeriggio
Anticoli Corrado e Roviano.
Alla ricerca di inquadrature (e di modelle… Vedi note storiche sotto) camminando per i vicoli dei due paesi. La vicinanza delle due location ci dovrebbe permettere la possibilità di visitarle entrambe. Le giornate in questo periodo sono molto corte. Questo però potrebbe permetterci di realizzare, in orari non troppo tardi, alcuni scatti su cavalletto con la luce del crepuscolo e in notturna.
Rientro a dimora e cena
Domenica 24.11
Mattina
Cervara di Roma. Il paese degli artisti. Curioseremo con gli obiettivi tra gli stretti vicoli di un posto particolare. Il paese è arroccato su uno sperone roccioso ed è noto per custodire opere e murales di artisti e pittori che vi hanno transitato.
Pranzo al sacco
Pomeriggio
Campaegli. Si va in montagna. L’altopiano è situato a 1400 mt s.l.m. ed è un buon esempio di ambiente alpino appenninico. Bellissime faggete, casette in legno ed animali al pascolo in libertà .
Parleremo di composizione paesaggistica, luce, distanza iperfocale.
Se la stanchezza ce lo permette ma, soprattutto, se ce lo permette il meteo, approfittando della distanza dalle luci della città possiamo provare a fotografare la Via Lattea ed il cielo notturno.
Risultati sorprendenti.
Note e prerequisiti
E’ necessario avere una macchina fotografica reflex. Se possibile segnalateci in anticipo il corredo fotografico che ciascuno di voi possiede, in modo da valutare se sarà possibile per tutti adottare alcune tecniche.
E’ molto importante il cavalletto. Se non tutti ne possiedono uno, utilizzeremo delle innovative tecniche di Tripod-Sharing…
In base alle condizioni meteo, alla luce disponibile in base all’orientamento geografico e a tutte le variabili che entrano in gioco quando in fotografia “si fa sul serio”, potremo apportare modifiche all’ordine del programma, oppure aggiungere ulteriori attività .
Il contributo comprende la partecipazione al corso, vitto (due pranzi al sacco, una cena, una colazione), alloggio in stanze miste.
Il contributo non comprende il trasferimento per e dalla struttura.
Formatore: Gianluca Gandini
QUANDO Sabato 23 e domenica 24 novembre
DOVE Casone Valle dell’Aniene (Anticoli Corrado)
CONTRIBUTO MINIMO 140€ (più tessera associativa 2014 5€)
PREISCRIZIONE
Alcune note storiche
Quei «XXV» della campagna romana
I « XXV » della campagna romana sono i pittori che, all’inizio del ‘900, per circa vent’anni, si dedicarono a dipingere il paesaggio dell’Agro romano. Erano effettivamente venticinque di tendenze diverse e di differenti vicende personali e per questo assunsero quel nome. L’ Accademia nazionale di San Luca ha ospitato in aprile una mostra dedicata a questi artisti che s’ impegnarono nella rappresentazione non solo del panorama ma anche dell’ ambiente sociale. Insieme alla mostra è stato pubblicato un libro che ne ripercorre criticamente l’ attività a cura di Nicoletta Cardano e Anna Maria Damigella, edito da De Luca, con saggi oltre a quelli delle curatrici, di vari studiosi tra cui Mario Sanfilippo, Vincenzo Padiglione, Antonio Parisella e Susanna Passigli, che illustrano la realtà della campagna romana prima della profonda trasformazione che essa ha subito con l’ ampliamento e il suo assorbimento nell’ area metropolitana. Roma andava sempre più rosicchiando quei luoghi che erano dominati da una prevalente attività rurale. Attraverso queste rappresentazioni artistiche si può avere la testimonianza di un mondo e di un ambiente ormai perduti. La mostra ha ospitato opere, che vanno dal 1878 fino al 1928, degli artisti che fecero parte del gruppo, alcuni dei quali di grande notorietà come Aristide Sartorio, Giuseppe Cellini, Duilio Cambellotti, Giuseppe Raggio, Enrico Coleman. Essi non si limitavano a dipingere il paesaggio, ma concentravano, come Sartorio e Cambellotti, la loro attenzione sui costumi e l’ aspetto fisico dei contadini. Cambellotti, accanto alle pitture e ai disegni, usava la macchina fotografica per cogliere i tipi umani, i luoghi, gli animali, gli strumenti di lavoro e tutto quanto servisse a trasmettere la memoria della vita rurale. Gli stessi personaggi si ritrovano nei loro quadri come, per esempio, le portatrici d’ acqua di Camillo Innocenti o i bufali a Maccarese di Giuseppe Raggio o gli acquerelli di Onorato Carlandi sul Tevere, negli oli di Ettore Ferrario sulle zone lacustri, nei soggetti di Sartorio che dipinge carri e greggi sulle rive dell’ Aniene. L’ Agro romano ha cambiato radicalmente aspetto tra ‘ 800 e ‘ 900. Prima la campagna « entrava » nella città : negli anni immediatamente seguenti al secondo dopoguerra accadeva ancora talvolta che greggi di pecore attraversassero il centro storico di Roma per sbucare oltre la via Flaminia. L’ espansione edilizia ha preso poi il predominio. Accanto ai quadri degli artisti del gruppo dei « XXV » e alle documentazioni fotografiche, la testimonianza della campagna romana ci può venire ormai solo dal cinema degli anni ‘ 50. Ci soccorre la fantasia di Fellini, che gira un film sul tranvetto che collegava Roma ai Castelli su cui egli e altri amici facevano, come i pittori del gruppo dei « XXV », una scampagnata. Fellini immagina che il tranvetto sia circondato da indiani pellerosse che cavalcano nella campagna romana. I film del neorealismo di Blasetti, Zampa, Monicelli o quello in cui Sordi cominciò a essere protagonista, « Il marchese dei Grillo », testimoniano del passaggio dal mondo contadino al mondo urbano. La campagna romana era rimasta immobile per secoli come si è visto in un’ altra mostra al Complesso del Vittoriano, intitolata « Terra di miti », sulla provincia di Roma durante il periodo pontificio. Nei feudi dei nobili romani, dai Chigi agli Aldobrandini ai Borghese, la vita in campagna non era diversa da quella dei primi del Novecento. Soltanto a partire dalla metà del secolo scorso la campagna romana si è quasi annullata nel contesto dell’ area metropolitana. I quadri dei « XXV » e le immagini cinematografiche sono documenti storici tanto più importanti in quanto si sta invertendo la tendenza a urbanizzare il territorio agricolo. Oggi sono i cittadini che vogliono godere i vantaggi e i benefici di una vita all’ aria aperta. È diventato anzi un problema trovare luoghi dove sia piacevole recarsi anche per tornare a respirare l’ atmosfera di ciò che si è salvato e sopravvive nell’ Agro romano. C’ è chi, come lo studioso Antonio Parisella, propone di utilizzare Dinocittà , uno dei « monumenti » edilizi ormai abbandonati nell’ Agro romano, come un museo della città e del territorio, dotato di un archivio, di una biblioteca, di una pinacoteca dove si possano studiare il passato e le relazioni tra la città di Roma e il suo territorio, in modo da salvare, quanto più possibile e senza nostalgia, l’ identità storica dell’ Agro romano.
Note storiche su Anticoli Corrado
L’origine del nome pare derivare dal toponimo medievale del luogo, che già prima dell’anno 1000 figura tra i possedimenti del monastero di S. Erasmo al Celio, con il nome di “Fundus Antikuis” (verosimilmente da Ante Colles, “davanti ai colli”). Il suffisso Corrado è da attestare, con ogni probabilità , al signore Corrado di Antiochia; le prime notizie storiche di Anticoli Corrado, infatti, sono legate al sovrano nipote di Federico II di Svevia.
Il paese decise di aggiungere il nome del sovrano a quello di Anticoli per ricordare re Corrado, il più illustre signore della sua storia, e rendergli omaggio.
Anticoli Corrado è anche conosciuta come “Il paese degli artisti e delle modelle”: nella prima metà dell’800, infatti, venne scoperta dai numerosissimi pittori stranieri, arrivati a Roma dal nord dell’Europa alla ricerca dei paesaggi e delle atmosfere tipiche della campagna romana. Gli artisti affittarono molte stalle del paese, trasformandole nelle proprie abitazioni e in studi (un censimento del 1935 ne contava ben 55). Le donne del paese, divennero in breve note per la loro bellezza, e divennero delle modelle a tutti gli effetti, molto richieste anche al di fuori del paese, soprattutto per quadri e affreschi di tema religioso, che ornano ancor oggi le chiese della Valle dell’Aniene e dintorni.
Agli inizi degli anni trenta, ad Anticoli si incontrarono personalità artistiche del calibro di Oskar Kokoschka, Felice Carena e Luigi Pirandello, in paese con il figlio Fausto, pittore. Inoltre, vi soggiornava in estate, negli anni ’70, il grande poeta spagnolo Rafael Alberti con sua moglie.
Nel 1969 la cittadina è il set dove si gira Il segreto di Santa Vittoria, film di Stanley Kramer con un cast internazionale composto da attori italiani e stranieri, tra i quali Anna Magnani, Anthony Quinn, Virna Lisi, Renato Rascel e Giancarlo Giannini.
[fonte: Wikipedia]